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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

Minotauri e labirinti

Tra le varie possibili etimologie del termine labirinto , la più affascinante ci riporta alle lingue pre-greche, al lidio labrys : bipenne, a due lame. Proprio l’ascia a due lame era il simbolo del potere regale del sovrano di Creta. Seguendo questo percorso, la parola labirinto significherebbe quindi "palazzo dell'ascia a due lame". L’etimologia stessa ci riporta al labirinto più famoso di tutti, abitato dal suo celeberrimo guardiano e prigioniero: il Minotauro.  Il più famoso creatore di labirinti letterari è senza dubbio Jorge Luis Borges. In nessun altro autore troviamo una presenza così frequente di questo tema. Tra i suoi vari racconti ricordiamo La casa di Asterione , in cui il Minotauro stesso, oltre a farci fare un tour del proprio labirinto, ci racconta, con orgoglio misto a malinconia, come trascorrono le lunghe e noiose giornate al suo interno: …fra tanti giuochi preferisco quello di un altro Asterione. Immagino ch'egli venga a farmi visita e che io g

«Non si può essere un grande poeta bulgaro!»

Con questa frase il giornalista Mario Missiroli (e successivamente Eugenio Montale, che lo cita in un suo articolo sul Corriere del 1963) non vuole ovviamente dimostrare il suo razzismo verso il popolo bulgaro, ma tenta di sostenere la sua tesi secondo cui la letteratura può nascere soltanto in un luogo provvisto di una certa importanza storica e influenza culturale. La grande letteratura, secondo Missiroli, può nascere quindi in Italia, in Francia, in Germania, certamente non tra i venticinque abitanti d’Islanda, in Svizzera (pensiamoci: nella noiosa Svizzera può davvero accadere un fatto degno di comparire tra le pagine di un romanzo?) …e ovviamente in Bulgaria! Chi volesse informarsi sulle vicende biografiche di Georgi Gospodinov, l’autore del nostro libro della settimana, scoprirà che egli è nato a Jambol, piccola città dell’est della Bulgaria, e tuttora vive a Sofia. Leggendo poi Fisica della malinconia (2011) scoprirà con grande sorpresa (o magari no. Perché lasciarsi influenzar