La lettura de La metamorfosi è senza dubbio qualcosa di complesso. Kafka è infatti capace di inserire in un testo che di per sé sarebbe sintatticamente molto semplice numerosi elementi che ne turbano l'interpretazione. Non a caso, spesso, alla lettura della sua opera segue quella della sua critica, volta a cercare di identificare quelle chiavi interpretative che potrebbero essere sfuggite al lettore in una prima analisi. Si può osservare che, sempre più frequentemente, non riuscendo a reperire in tempi brevi un testo critico cartaceo, esiste una naturale tendenza a ricercare online, su un blog come il nostro o su enciclopedie come Wikipedia, le risposte alle domande alle quali il testo sembra non voler rispondere. Le osservazioni che seguiranno completano il lavoro che abbiamo iniziato nell'articolo precedente (potete trovarlo qui): abbiamo letto attentamente l'ottima interpretazione che Wikipedia fa de La metamorfosi e, nei limiti delle nostre possibilità, stiamo tendando di stabilire quali sono i suoi pregi e quali i suoi limiti, integrando quelle che ci sembra valga la pena di essere integrato e lodando quello che di lodevole siamo riusciti a trovare.
UN RACCONTO AUTOBIOGRAFICO?
La seconda parte
dell’interpretazione offerta da Wikipedia è incentrata sul rapporto di Gregor
con la famiglia. Nello specifico viene instaurato un parallelo tra il
protagonista del racconto e il suo autore. Per rafforzare questa ipotesi
vengono proposte delle frasi tratte da alcune lettere private che Kafka scrive
alla sorella. A prescindere dalla decontestualizzazione di queste frasi e
dall’arbitrarietà della loro scelta, ci limitiamo a osservare come
un’identificazione di questo genere non sia in realtà qualcosa che il testo ci
giustifica a fare a priori, ma è più che altro una tendenza del lettore che, soprattutto
quando ha a che fare con testi di autori affermati, integra naturalmente ciò
che il testo narra con le conoscenze pregresse che aveva sull’autore stesso. Inoltre,
va ricordato che lo stesso concetto di interpretazione presuppone il fatto che
non si possa chiedere all’autore il perché di quello che ha scritto. Sotto
quest’ottica cercare la voce dell’autore in testi privati, e quindi scritti per
fini non di certo letterari, potrebbe portare a fraintendere il testo o a fornire
risposte solo apparentemente giustificate a passaggi di difficile lettura.
Detto questo, non
scarteremo a priori l’ipotesi proposta da Wikipedia, ma proveremo ad analizzarla
facendo particolarmente attenzione al rapporto tra Gregor e la sua famiglia
così come ci viene presentato nel testo.
Innanzitutto, va fatto
notare che, prima della rottura dello status quo, non è tanto Gregor a
dipendere dalla famiglia, ma il contrario. Gregor è infatti l’unico ad avere uno
lavoro che, per quanto duro, gli permetta non solo di sostenere la famiglia e i
loro debiti, ma anche di permettere loro una vita dignitosa:[1]
«Se non fosse per via dei
miei genitori mi sarei licenziato ormai da tempo, avrei affrontato il
principale e gli avrei detto la mia, dal profondo del cuore. […] appena metto
insieme la somma necessaria per pagare il debito che i miei genitori hanno con
lui – ci vorranno cinque, sei anni, credo – lo faccio di certo»
«Che vita tranquilla
facevano i miei», si disse Gregor e mentre fissava il buio si sentì
profondamente orgoglioso di aver procurato ai genitori e alla sorella una
simile esistenza in un appartamento tanto bello. E se adesso tutta quella
tranquillità, tutto quel benessere, tutta quella contentezza avessero
tragicamente avuto fine?
Inoltre, dall’ultima
citazione si può anche intuire come la condizione lavorativa di Gregor, per
quanto faticosa, viene accettata in vista di una prospettiva di benessere per i
suoi cari. Ciò si inserisce in una prospettiva in cui egli è l’unico
effettivamente in grado di lavorare. L’inattività degli altri membri della
famiglia viene giustificata nei modi più vari: dal meritato riposo del padre,
all’asma della madre, al diritto allo svago della sorella.
Ora, il padre era un uomo
in buona salute ma anziano, che non lavorava più ormai da cinque anni e che non
ogni caso non poteva presumere troppo da sé; in questi cinque anni, che erano
la prima vacanza di una vita consacrata al lavoro ma priva di successo, era
ingrassato molto e si era anche impigrito. E doveva forse lavorare la vecchia
madre che soffriva di asma […] O doveva guadagnare la sorella, che a
diciassette anni era ancora una bambina e meritava di vivere la vita che aveva
sempre vissuto, che consisteva nel vestirsi con grazia, dormire a lungo, dare
una mano nelle faccende domestiche, concedersi alcuni svaghi e soprattutto
suonare il violino?
Gregor inizia a diventare
effettivamente un peso per la famiglia solo in seguito alla sua metamorfosi.
Solo allora infatti i familiari sono costretti a uscire da una condizione di
mantenuti e a cercare di accumulare risorse con le proprie forze. Volendo
forzare il testo, si potrebbe quindi leggere l’intera vicenda come la storia di
una famiglia che si affranca dalla dipendenza da una sola fonte di reddito e
che, attraverso il lavoro, riacquista la sua libertà e la sua autonomia.
In secondo luogo, bisogna
fare attenzione quando si parla dell’ipotesi che la metamorfosi rappresenti la
negazione della libertà artistico-espressiva di Kafka. Non tanto perché questa sia
un’interpretazione errata a priori, ma perché è difficile riscontrare delle informazioni
certe nel testo tali da giustificarla. Non viene mai parlato di eventuali
aspirazioni artistiche di Gregor, ad esclusione della sua passione per il
traforo: passatempo che pratica comunque indisturbato e che sembra più essere
legato alla cornice con l’immagine della donna in pelliccia[2] che ad altro.
Forse si potrebbe più
facilmente parlare di un contesto per cui il troppo lavoro e la monotonia delle
giornate possano avere un effetto alienante su Gregor. In questo caso si
potrebbero citare felicemente i passi in cui viene dimostrato che il lavoro per
Gregor è fonte di insopportabile fatica, i passi in cui è evidente che il
rapporto di dipendenza della famiglia da Gregor non gli permette di non
lavorare,[3] ma soprattutto le parti in
cui i superiori di Gregor vengono visti come dei tiranni. A questo proposito,
per esempio, è interessante il passo del primo capitolo in cui si ritrae il
modo di relazionarsi del direttore con i propri impiegati:[4]
Dal resto è curioso che
sieda sulla scrivania e all’impiegato – che oltretutto deve avvicinarsi molto visto
che il principale è duro d’orecchi – parli da una posizione elevata.
L’ipotesi che la
metamorfosi rappresenti l’alienazione del lavoratore in relazione al benessere
della famiglia, però, non convince fino in fondo per un semplice motivo: questa
tematica, che sembra dominante nelle prime pagine, scompare quasi totalmente
nel secondo e nel terzo capitolo e lascia spazio ad altro. Inoltre, quando è il
momento per gli altri familiari di iniziare a lavorare, questi non solo
riescono a reagire positivamente al lavoro, ma attraverso di esso riacquistano
una loro autonomia.[5]
Comodamente poggiati allo schienale dei sedili discussero le prospettive future, che a un’attenta valutazione non risultavano certo negative, perché i tre impieghi – di questo tra loro non avevano mai parlato – erano tutti molto buoni e soprattutto ben promettenti per l’avvenire.
Infine, è necessario fare
chiarezza sulla parte finale dell’interpretazione di Wikipedia. Associare ciò
che Kafka dice nelle proprie lettere al testo non è del tutto fuori contesto,
ma bisognerebbe prima essere sicuri che il testo ci permetta questa
associazione. Considerare la famiglia come un contesto veramente animale
animato da un amore assurdo e bestiale ci è possibile solo in parte: il
testo infatti descrive una famiglia amorevole prima della trasformazione di
Gregor, e questo amore in parte è presente anche successivamente. Non va
infatti dimenticato che l’ostilità della famiglia nei suoi confronti cresce
poco alla volta e che non mancano dimostrazioni di premura nei suoi riguardi,
soprattutto da parte della madre e della sorella. La prima, inoltre, pur non
riuscendo a sostenerne lo sguardo, non assume mai atteggiamenti esplicitamente
aggressivi verso il figlio. Anche la figura del padre è in parte ambigua: pur
essendo l’unico familiare a utilizzare la forza bruta sul figlio, le sue azioni
sembrano essere sempre determinate da una severità che ha però come fine quello
di proteggere il resto della famiglia. Inoltre, non va dimenticato che è
l’unico personaggio a piangere quando Gregor appare agli altri per la prima
volta.
Infine, per non
dilungarmi troppo, vorrei semplicemente accennare a un punto del testo che va
però a negare ciò che ho precedentemente detto riguardo la premura della
famiglia nei confronti di Gregor. Verso la fine della vicenda, durante l’ultima
sortita di Gregor in sala da pranzo, Grete, arrivata al limite della
sopportazione, afferma:[6]
«Cari genitori, - disse
la sorella e come preambolo batté le mani sul tavolo, - così non si può andare
avanti. Se non lo capite voi, lo capisco io. Non voglio pronunciare il nome di
mio fratello davanti a quel mostro, quindi dico solo: dobbiamo cercare di
disfarcene. Abbiamo fatto ciò che era umanamente possibile per curarlo e
sopportarlo, credo che nessuno possa rimproverarci niente».
Non è tanto la condanna a
morte di Gregor a stupire, più che altro è straniante l’affermare di aver fatto
di tutto per curarlo e sopportarlo. In effetti è stato proprio così, ma è
proprio la passività di queste cure a colpire: la trasformazione di Gregor
viene accettata come un dato di fatto e non viene tentato nulla per comprendere
la sua origine o per ripristinare la normalità. Se si esclude il portargli il
cibo e il tentativo vano di riassettargli la stanza, Gregor viene in realtà
sempre lasciato a se stesso. Anche la sua morte avviene infine in maniera
spontanea e lontana dai loro occhi.
[1] Ivi, pp.
5 e 26.
[2]
Elemento ricorrente nel testo in momenti chiave, ci si potrebbe chiedere se
l’immagine di una donna con addosso tanta pelliccia non debba significare
qualcosa. Soprattutto considerando che il manicotto le nasconde le mani e quasi
tutto l’avambraccio.
[3] Abbiamo
già citato per esempio p.5.
[4] Ivi, p.5.
[5] Ivi, p.
69.
[6] Ivi, p.
61.
Commenti
Posta un commento